Come dire: a volte tornano. Accade nella repubblica ex sovietica del Baltico,
l'Estonia, dove le forze della destra estrema - fasciste e naziste - stanno
revisionando la storia e sfogando il loro odio nei confronti di quella che fu
la lotta per la libertà dei popoli. Decidono, infatti, di riabilitare
le formazioni di SS estoni che, nel corso della seconda guerra mondiale, combatterono
a fianco dei tedeschi contro l'Armata Rossa che cercava di affrancare il Baltico
dal giogo nazista.
Tutto avviene secondo un copione prestabilito. Con il governo di Tallin che
approvando un progetto di legge per il ripristino dell'indipendenza del Paese
(e cioè per l'avvenuto distacco dall' Unione Sovietica) va ben oltre
la normativa istituzionale. Perché fa diretto riferimento a quel periodo
intercorrente tra la fine degli anni '30 e gli anni '40 del secolo scorso. E
così, secondo il nuovo dispositivo, quei cittadini dell'Estonia che combatterono
- uniti alle forze armate naziste - contro l'URSS sono riconosciuti come combattenti
per la libertà e l'autonomia nazionale. E' una decisione che solleva ondate di proteste non solo nell'Estonia democratica,
ma anche nella Russia di Putin che non perde occasione per ricordare a tutti
il suo impegno nella lotta contro il nazismo. E' chiaro, quindi, che il governo
di Tallin approvando la legge (che riconosce le ex SS come "combattenti
per l'indipendenza") pone l'Estonia fuori della comunità degli stati
civili. Ne consegue che i politici dei paesi baltici, il loro potere esecutivo
e legislativo, non dovrebbero trovare spazio degno in Europa.
Intanto nelle città estoni i nazisti di un tempo esultano. Ricordano
le loro "Schultz-Staffeln" (Squadre di protezione) che erano, appunto,
quelle formazioni paramilitari che erano state formate nel 1925 dal Partito
nazionalsocialista tedesco, con funzioni di servizio d'ordine e guardia di Hitler.
I fascisti locali - che da tempo svolgono normali riunioni celebrative - ricordano
che anche le loro "SS" erano state guidate, dal 1929 da Himmler. E
sono sempre i rappresentanti della nuova destra che rivalutano quelle "SA"
(Sturmabteilungen, Reparti d'assalto) che erano formazioni paramilitari
costituite dal Partito nazionalsocialista tedesco, note anche come "camicie
brune", per il colore della divisa. Squadre che si dedicarono alla repressione
degli oppositori del regime e che erano vere e proprie unità combattenti
(Waffen-SS), impiegate nella repressione dell'attività partigiana nel
Baltico (occupato dai tedeschi, è bene ricordarlo
) e nella deportazione
delle popolazioni civili, nell'organizzazione e la gestione dei lager e nell'attuazione
della "soluzione finale" per gli ebrei.
Le prime squadre si formarono in Baviera, nel 1921, e furono comandate inizialmente
da Göring; dal 1931 passarono sotto la guida di Röhm, che ne incrementò
enormemente la consistenza. Nel 1934, forti di circa 3 milioni d'effettivi,
accumularono un notevole potere rappresentando l'ala populista e rivoluzionaria
del partito. La storia ci ricorda che Hitler, poi, decise di liquidarle, facendo
assassinare Röhm, con tutto il suo stato maggiore, nel 1934, durante quella
che fu definita come la "notte dei lunghi coltelli".
Quanto alla storia dell'Estonia è chiaro, oggi, il tentativo di revisionare
le vicende storiche e militari che caratterizzarono l'area del Baltico. Si sa,
infatti, che allo scoppio della rivoluzione russa, fu proclamata una repubblica
democratica autonoma (1918) ma la regione fu poi occupata dai tedeschi. La repubblica
dell'Estonia, fu successivamente riconosciuta dall'URSS con un accordo raggiunto
nella città di Tartu, nel febbraio del 1920. E fu una repubblica che
si batté per una decisa riforma agraria che andava a colpire gli interessi
dei grandi latifondisti. Seguì un colpo di stato di stampo reazionario
e nel 1934 la regione fu occupata dall'Armata Rossa, divenendo nel luglio del
1940 una Repubblica Socialista nell'ambito dell'URSS.
Occupata dai tedeschi - dal 1941 al 1944 - l'Estonia dopo la liberazione ha
registrato un'intensa immigrazione russa con i movimenti nazionalistici e fascisti
che, entrati nella clandestinità, hanno continuato ad operare in attesa
di una rivincita. Si è poi registrato un forte movimento democratico
teso al riconoscimento dell'indipendenza estone e al rilancio della tematica
nazionale. E con il progressivo sgretolamento dell'Urss il movimento nazionalista
- sostenuto anche da forze di destra dei paesi confinanti (in particolare Svezia
e Norvegia) - ha guidato il paese verso la proclamazione dell'indipendenza che
è stata raggiunta il 30 marzo del 1990.
Da allora a Tallin si sono susseguiti governi di centro-destra, che hanno perseguito
l'integrazione nella NATO (2003) e nell'UE. Per giungere, ora, alla riabilitazione
dell'infamia.