La Russia annuncia ufficialmente un nuovo potenziamento nel settore dei vettori
in grado di trasportare testate nucleari.
Proprio mentre nel mondo infuriano le polemiche, spesso strumentali, sul programma
nucleare iraniano, il direttore tecnico dell'Istituto per la tecnologia del
calore, Yury Solomonov, ha dichiarato che entro il 2015 la Russia doterà
di nuovi sistemi di lancio tutte le sue unità missilistiche, sia navali
che terrestri.
Dopo la caduta del Patto di Varsavia, il governo di Mosca non può più
contare su basi di lancio situate in Paesi terzi, pertanto secondo la attuale
strategia di Putin di "mostrare i muscoli" sia in campo economico
sia in campo militare, diviene fondamentale ottenere in breve tempo una totale
autonomia.
Stando agli attuali programmi del Cremlino, la Russia manterrà i suoi
attuali tre sistemi d'arma: i missili balistici intercontinentali basati a terra,
i missili balistici SLBM montati su sottomarini (in grado di essere lanciati
sott'acqua) e i missili strategici aeroportati. Questa triade consentirà
di lanciare un attacco nucleare senza dovere ricorrere a basi in altri Paesi.
Solomonov, che è anche il capo progettista dei sistemi missilistici strategici
Topol, ha aggiunto che "dopo il 2015 le forze missilistiche strategiche
potranno operare in maniera efficace e senza alcun ulteriore ammodernamento
fino al 2045, mentre altri Paesi avrebbero bisogno di 10-15 anni per progettare
missili balistici intercontinentali simili ai russi Topol-M (SS-27) e Bulava." La Russia dispone di cinque reggimenti equipaggiati con missili Topol-M schierati
in postazioni fisse protette e il primo reggimento equipaggiato con la versione
mobile del Topol-M sarà operativo nel 2006. Finita la fase di sperimentazione,
secondo il programma missilistico attuale, ci dovranno essere in tutto 2000
nuovi vettori.
I missili Bulava, la versione navale del Topol-M, potrebbero essere installati
nel 2008 a bordo del sottomarino nucleare Borey della classe Yury Dolgoruky.
Entrambi i nuovi missili, dei quali non è stata resa nota la gittata
massima, sono al momento in fase sperimentale.
"Dovremo fare almeno altri dieci lanci sperimentali del Bulava e poi analizzare
i dati ottenuti per almeno tre anni", ha detto Solomonov. Il primo test
di lancio del Bulava si è svolto il 27 settembre 2005 dal Dmitry Donskoi,
sottomarino nucleare della classe Typhoon. Il 21 dicembre 2005 un altro Bulava
lanciato dal Dmitry Donskoi nel mar Bianco ha volato per migliaia di miglia
fino a raggiungere un bersaglio inanimato nel poligono di Kura nella penisola
di Kamchatka. In quest'ultima occasione, per la prima volta, il Bulava è
stato lanciato dal sottomarino in immersione. Non è stata resa nota la
profondità dalla quale è avvenuto il lancio.
Pochi giorni dopo le dichiarazioni di Solomonov, il Cremino ha reso noto, mediante
l'addetto stampa del ministro della Difesa, Vyacheslav Sedov, che non sono stati
forniti sistemi missilistici al governo iraniano.
Secondo alcuni giornali occidentali, infatti, la Russia avrebbe trasferito in
Iran, tramite la Bielorussia, il sistema missilistico antiaereo S-300. Sedov
ha dichiarato che la fornitura alla Bielorussia del sistema missilistico antiaereo
S-300 da parte della Russia è stata effettuata secondo un piano di alleanza
tra i due Paesi e che, le notizie dei mass media occidentali sull'evento, hanno
gravemente travisato la realtà e sono pertanto una menzogna.
A venticinque anni di distanza dalla caduta dell'U.R.S.S., si torna a respirare
aria di guerra fredda. In Russia non mancano i nostalgici, anche in politica.
Tali nostalgici trovano spazio di manovra nella strategia aggressiva di Putin
in politica estera.
A Washington non si respira di certo aria diversa. Nelle ultime settimane, come
denunciato anche da Michail Gorbaciov dalle pagine del quotidiano italiano La
Stampa, "l'inclinazione verso un raffreddamento, quando non verso una
vera e propria ostilità verso la Russia è divenuta pane quotidiano".
Venti anni fa, anche a causa della scarsa capacità politica di Boris
Eltsin, negli Stati Uniti si alimentò l'illusione che la Russia sarebbe
diventata un Paese subalterno dell'America nella costruzione di un ordine mondiale
basato sul modello americano.
E' chiaro che questa fase è finita e Vladimir Putin intende, entro la
fine del suo mandato, costruire un nuovo blocco asiatico, soprattutto cooperando
con la Cina ed alcuni Stati dell'ex U.R.S.S., in grado di fare da contrappeso
agli U.S.A.; naturalmente in questo blocco la Russia dovrebbe avere un ruolo
leader.
Per ora, tra l'ingresso del suo colosso energetico Gazprom nel mercato
europeo e l'alleanza strategica sia militare che economica con Pechino tramite
il trattato SCO, ci sta riuscendo benissimo. E Washington per quanto tempo accetterà
ancora di perdere terreno in Asia centrale?