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di Bianca Cerri

Clarence Roy Allen, o Orso che Corre, sofferente di una grave forma di diabete e già colpito da più infarti, ormai quasi completamente cieco, sordo e paralizzato, passerà il 76° compleanno nel braccio della morte di San Quentin sapendo già che sarà l'ultimo: il giorno successivo verrà giustiziato.
Per ucciderlo, le guardie dovranno sollevarlo dalla sedia a rotelle e trasferirlo sul lettino, dove verrà legato prima che gli venga somministrata l'iniezione letale.
Negli ultimi cinque anni, gli Stati Uniti hanno giustiziato cinque uomini di età superiore ai 60 anni. Nel 2004 venne ucciso in Alabama James Hubbard, 74 anni, che a causa delle molte patologie di cui soffriva, non riusciva più neppure a pronunciare il proprio nome. Il 15 dicembre, in Mississippi, l'esecuzione di John Nixon, 77 anni. Le sue condizioni di salute erano precarie quasi quanto quelle di Hubbard. A San Quentin, i condannati a morte con i capelli bianchi sono ormai moltissimi e questo perchè fino al 1996 l'iter legale era molto più elaborato e tra un appello e l'altro trascorrevano tempi lunghissimi. Ma questa non è da ritenersi una gran fortuna, perchè invecchiare e veder deteriorare il proprio fisico e la propria salute nel braccio della morte è un'esperienza devastante. Si calcola che l'età "clinica" di un condannato sia di almeno dieci anni superiore a quella biologica.
La mancanza di contatti con altri detenuti, il tormento mentale causato dalla paura di vedersi comunicare una data di morte, la dieta poverissima, ecc. costituiscono un ulteriore supplemento di tortura.

Mettere a morte un uomo nelle condizioni di Clarence Ray Allen è veramente ridicolo. Ma la Corte Suprema ha più volte respinto gli appelli alla clemenza dei condannati anziani che avevano trascorso già più di 20 anni nel braccio della morte. L'unica debole obiezione era arrivata dal giudice Stephen Breyer, il quale aveva ammesso che la prolungata attesa dell'esecuzione può in effetti essere osservata come un'inutile agonia. Secondo il giudice Clarence Thomas invece, il problema non si pone. Thomas ha rimproverato il collega dissidente e affermato che le condanne vengono inflitte nell'assoluto rispetto della legge.


Giustiziare un essere umano è già una cosa terribile, ma giustiziare una persona costretta su una sedia a rotelle davvero risulta inaccettabile sotto qualunque punto di vista. Gli avvocati di Allen si sono inutilmente appellati al governatore della California. Ma Arnold Schwarzegger ha già annunciato che andrà fino in fondo.
A suo parere, la posizione di Clarence Ray Allen non presenta caratteristiche tale da meritare la grazia. Allen è accusato di aver fatto uccidere nel 1980 tre persone che avrebbero potuto testimoniare contro di lui per mano di un sicario. Neppure la Corte Suprema ha voluto riaprire il caso.

Allen si trova nel braccio della morte di San Quentin ormai da 24 anni. Per Schwarzegger, ha potuto godere di tutti i benefici offerti da un sistema di legge che a suo parere, rispetta i diritti dell'imputato e valuta attentamente le accuse. Nel comunicato in cui annuncia che anche questa volta l'esecuzione non verrà fermata, ha più volte sottolineato la parola "negata" ornandola con uno svolazzo. E' la quarta volta che Arnold Schwarzenegger rifiuta di salvare una vita umana. L'ultima grazia venne concessa quasi quaranta anni fa.
Il procuratore generale della contea di Sacramento ammette che Allen è un uomo ammalato, le cui condizioni sono penose, ma ha respinto l'ipotesi di una sospensione dell'esecuzione. In California, le legge vuole solo un imputato che capisca la gravità della punizione che riceve, che poi vada al patibolo in carrozzella sono affari suoi. E di chi sceglie di tacere.