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La storia di Lady D e della fine del suo matrimonio con il principe Carlo è al centro del film di Pablo Larrain, Spencer. Un'unione che si è da tempo trasformata in una relazione fredda e distante. Nonostante le voci di tradimenti e di un divorzio siano già in circolazione, le feste natalizie alla tenuta reale Sandringham House sanciscono una tregua. E il tempo scorre fra cene, drink e battute di caccia. Diana conosce il gioco, ma quest’anno le cose andranno in modo completamente diverso.

 

Spencer è una ricostruzione immaginaria di ciò che potrebbe essere accaduto nel corso quei fatidici giorni.

“Tutti noi conosciamo bene le favole - afferma il regista - e le sue icone idealizzate: Diana Spencer è riuscita a stravolgere questo noto paradigma, frutto della cultura popolare”.

Spencer è la storia di una principessa “che decide di non diventare regina, scegliendo di costruire da sola la propria identità. La sua storia è appunto il rovesciamento dello schema di una favola. Mi ha sempre colpito la decisione di Diana, proprio perché immagino quanto le sia costata. È questo è il fulcro del film. Volevo esplorare il percorso interiore che, fra dubbi e determinazione, l’ha condotta a scegliere la libertà per se stessa e per i suoi figli. La sua decisione ha caratterizzato anche ciò che ci ha lasciato: un patrimonio di onestà e umanità senza eguali”, continua Larrain.

Il regista aveva già raccontato nel film Jackie, del 2016, una donna importante e famosa come Jaqueline Kennedy. E il paragone sorge spontaneo.

“Sia Diana che Jackie hanno costruito la propria identità individualmente e non necessariamente in funzione degli uomini a cui sono state legate. Entrambe hanno compreso come utilizzare i media del loro tempo, per riuscire a trasmettere una certa immagine di sé al mondo esterno, sebbene lo abbiano fatto ognuna a modo suo”, aggiunge il regista.

Spencer (Usa 2021)

Regia: Pablo Larraín

Cast: Kristen Stewart, Jack Farthing, Sally Hawkins, Sean Harris

Scritto: Steven Knight

Produzione: Juan De Dios Larraín, Jonas Dornbach, Paul Webster, Pablo Larraín, Janine Jackowski, Maren Ade