di Sara Michelucci
Responsabilizzare lo spettatore, toccarlo nel vivo, porgli interrogativi. È questo il senso più profondo del nuovo film di Jean-Pierre e Luc Dardenne, La ragazza senza nome. Una pellicola densa di significati, dove la lentezza delle azioni e dei dialoghi fa il paio con quel senso di impotenza che la protagonista si trova a vivere.
Ma allo stesso tempo si contrappone a una serie di azioni messe in atto per raggiungere l'obiettivo: conoscere l'identità della ragazza morta. Il tutto ha inizio una sera quando, dopo l'orario chiusura del suo studio, la giovane dottoressa Jenny intima al suo stagista di non aprire la porta, quando sente suonare. Il giorno dopo, viene informata dalla polizia del ritrovamento nelle vicinanze di una giovane ragazza, non ancora identificata.
Jenny scopre, dalle telecamere poste di fronte allo studio, che era stata proprio la giovane ragazza ad aver suonato al suo studio, in cerca di aiuto. Il senso di colpa comincia a pervadere la sua esistenza, tanto che farà di tutto per poter dare un nome a quella giovane vita spezzata, facendola seppellire con dignità.
Ancora una volta i fratelli Dardenne puntano tutto su un'umanità che deve essere risvegliata da una certa freddezza verso il prossimo. I personaggi messi in scena esplorano la loro coscienza, cercando di capire quali sia la strada migliore da percorrere. Il tutto con un linguaggio chiaro e diretto, vicino alla quotidianità e, per questo, efficace.
La ragazza senza nome (Belgio 2016)
REGIA: Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne
ATTORI: Adèle Haenel, Jérémie Renier, Olivier Gourmet, Fabrizio Rongione, Thomas Doret, Christelle Cornil
SCENEGGIATURA: Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne
FOTOGRAFIA: Alain Marcoen
MONTAGGIO: Marie-Hélène Dozo
PRODUZIONE: Les Films du Fleuve, Savage Film
DISTRIBUZIONE: Bim Distribuzione