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di Roberta Folatti


Abbandonato dallo Stato, deriso dalla mafia

L'uomo di vetro è Leonardo Vitale, il primo pentito di mafia che nel 1972 osò rompere l'assordante silenzio che circondava gli affari di Cosa Nostra.
Cresciuto in un ambiente di picciotti, "svezzato" dallo zio che a diciassette anni gli fece commettere il primo omicidio in una sorta di percorso formativo in vista di una brillante carriera da uomo d'onore, Vitale a un certo punto entrò in crisi e decise di liberarsi la coscienza parlando con i magistrati. Era poco più che un ragazzo ma quella scelta la pagherà carissima, e con lui la sua famiglia e i suoi affetti.
Stefano Incerti realizza un film rigoroso, incollando la cinepresa al volto di David Coco, che dà vita a un personaggio tormentato, con sprazzi di grande coraggio e cadute nella disperazione più buia.
Vitale non fu un eroe, la sua decisione di confessare e di fare i nomi - nomi anche pesanti - gli venne da una ribellione interiore che a tratti assumeva derive misticheggianti, e questo fece il gioco di chi voleva a tutti i costi screditarlo.

La mafia, coi suoi tentacoli che si spingevano fin dentro le Istituzioni, riuscì ben presto a rendere innocue le accuse di quell'uomo solo, che aveva osato lasciarsi guidare dalla propria coscienza.
Fiaccato dai ricoveri in manicomio e dagli elettroshock, tenuto volutamente lontano dai suoi affetti, Vitale finì per essere considerato soltanto uno squilibrato, un velleitario e le sue parole vennero scambiate per un delirio sconnesso, mentre in realtà aprivano uno squarcio nella struttura della Cupola. E più avanti sarebbero state confermate dai pentiti "seri", finalmente tenuti nella dovuta considerazione.

Falcone e Borsellino, arrivati in seguito, riconobbero l'importanza della figura di Vitale, e, se non basta questo, fu la mafia stessa a rendergli la credibilità che aveva in tutti i modi cercato di togliergli: lo ammazzò due mesi dopo che aveva riottenuto la libertà, a dimostrazione che certi sgarbi si pagano con la vita.
L'uomo di vetro è un film di forte impegno civile ma anche un ritratto vivido e umanissimo. E un monito a non ripetere gli stessi errori.

L’uomo di vetro (Italia, 2006)
Tratto dal libro omonimo di Salvatore Parlagreco (Bombiani Editore)
Regia: Stefano Incerti
Sceneggiatura: Heidrun Schleef, Salvatore Parlagreco, Stefano Incerti
Musiche : Andrea Guerra
Fotografia: Pasquale Mari
Cast: David Coco, Tony Sperandeo, Anna Bonaiuto