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Il campionato mediatico ha annunciato grandi protagonisti di grandi ritorni sulle panchine, insieme a illustri addii e arrivi mancati; il campionato vero, quello che si sposta dalle trattative di mercato e va in campo, alla sua prima giornata ha già detto che si sapeva: hanno vinto tutte quelle che dovevano vincere, tranne la Juve. La premessa è d’obbligo: siamo agli inizi, i risultati potrebbero risultare estemporanei, le squadre non sono ancora al completo e chi ne ha più ne metta. Però i tre punti di domenica scorsa valgono come quelli di tutte le restanti partite. E’ la somma che fa il totale, diceva Totò.

Ma c'è un problema non semplice che aleggia sul campionato: DAZN fa davvero schifo, quasi quanto il suo nome. Pensare di vedere il campionato in immagini sincopate e, nelle migliori delle ipotesi, con tempi differiti tra audio e video, fa passare la voglia. DAZN non è in grado di sostenere sui suoi server l’accesso contemporaneo di centinaia di migliaia di utenti e non possedere Internet non può comunque penalizzare le persone che, in molti degli 8000 comuni italiani, non hanno accesso alla Rete per mancanza di collegamento degli operatori. La Lega dovrebbe recedere dal contratto ove la piattaforma non trovasse un accordo rapidamente con una rete televisiva. L’inadempienza contrattuale di Diletta and company appare facilmente dimostrabile. Speriamo avvenga presto.

I campioni d’Italia, orfani di Conte, Oriali, Lukaku e Hakimi, ovvero 4 fuoriclasse nei rispettivi ruoli, hanno dimostrato che i sostituti sono di prima scelta. Sia Dzeko che Chalanoglu hanno sfoderato una partita quasi sontuosa, completamente diversa dalle prestazioni con cui avevano lasciato Roma e Milan. Ma forse la cosa più interessante è la mano di Simone Inzaghi, che ha messo in scena un Inter veloce e dinamica, con molta meno rigidità posizionale dei rispettivi ruoli, molto più attenta al pallone che alle zolle di campo e il risultato è stato quello di una partita bella esteticamente oltre che micidiale nel punteggio. Con Conte l’Inter era solida e dura, non certo bella. Gli schemi erano quelli del contropiede, poco più. Con Inzaghi, che già aveva esaltato esteticamente la Lazio, c’è la possibilità di vedere un Inter bella ed efficace.

La Juve inciampa su errori e presunzione e prende un pareggio dopo aver avuto in mano i 3 punti. Che stavolta non potrà dare la colpa a Pirlo o alla pioggia per un risultato inedito nei suoi scontri con l’Udinese. La partita era cominciata come spesso succede quando le due compagni si incontrano, ovvero con la Juve subito in gol e poi nel giro di mezz’ora al raddoppio. Solo che stavolta il portiere juventino ha deciso di porre un suo personalissimo timbro alla partita, aiutato da qualche svista di Allegri ch certo non ha aiutato. Insomma da due a zero a due a due non è il miglior inizio che a Torino sognavano.

La Roma ha fatto subito capire di che pasta è fatta il suo nuovo attaccante e, soprattutto, quanto incide Mourinho nell’equilibrio di squadra. Benché venisse da una partita ravvicinata non ha certo dimostrato reverenza verso la Fiorentina, surclassandola per buona parte della partita.

Idem dicasi per la Lazio di Sarri, che pure con la solita panchina corta e il mercato aperto, ha sfoggiato il fascino di Milinkovic Savic e ha fatto bocconi di un Empoli decisamente due gradini più in basso dei biancocelesti. La Salernitana, cugina per lotitiana discendenza, ha rimediato subito la prima sconfitta dal Bologna di Sinisa Mihajilovic.

L’Atalanta ha strappato con la forza i tre punti a Torino e considerando che Gasperini aveva alcuni giocatori indisponibili e il mercato è ancora aperto, la vittoria è decisamente da sottolineare, anche considerando i consueti avvii al rilento delle squadre del Gasp.

Il Napoli ha chiuso la pratica con il Venezia neopromosso e il rinato Spalletti può riassaporare la gioia dei tre punti dopo l’esilio milionario di questi ultimi due anni. Il Milan ha fatto il suo senza brillare particolarmente, andando a vincere per uno a zero a Marassi contro la Samp. Un incrocio disgraziato quello tre Genova e Milano per i liguri.