Stampa

di redazione

In una domenica priva di big match, vincono tutte le big tranne il Milan. Il risultato più impressionante è però ancora una volta quello della Roma, che su un campo difficile come il Friuli mette a segno la nona vittoria consecutiva (1-0). L'ultimo successo della serie è forse il meno brillante di quelli a cui ci ha abituato la squadra di Garcia, monsieur Punteggio Pieno, ma anche il più significativo. Senza Totti e Gervihno - le due star d'inizio stagione si sono infortunate contro il Napoli - e in 10 contro 11 per l'espulsione di Maicon, i capitolini riescono a spuntarla con una grande prova di grinta e carattere.

E con un inedito Bradley che, entrato nella ripresa, s'inventa un piatto chirurgico da fuori area. Quasi incredibile l'ennesimo "clean sheet" di Morgan De Santis: in 810 minuti la sua porta è stata bucata soltanto una volta. I gol segnati dalla Roma sono invece 23, per una media di 2,5 a partita.

Tengono il passo della capolista la Juve e il Napoli, seconde a quota 22 (-5 dalla vetta). I bianconeri superano 2-0 il modesto Genoa, dando l'impressione di aver già digerito la sconfitta infrasettimanale al Bernabeu e il disastro di domenica scorsa a Firenze. I marcatori coincidono con i due veri leader carismatici della squadra: Vidal e Tevez. Il primo trasforma il solito rigore inesistente (sgambetto dubbio, ma comunque fuori area), il secondo si esibisce nel solito pezzo di bravura facendo la serpentina fra i birilli rossoblù.

Anche il Napoli va di rigore. Due addirittura, entrambi trasformati da Higuaìn, vero uomo-squadra degli azzurri, che sembrano perdere la bussola soltanto quando lì davanti vedono Pandev al posto del Pipita. Il Torino esce dal San Paolo sconfitto per 2-0 e resta a 10 punti. Altra bella sorpresa per i partenopei è la continuità di Mertens: l'attaccante belga conferma quanto di buono fatto vedere fin qui e indirizza la partita procurandosi il primo rigore. Sul secondo, invece, si scatena la polemica: secondo i granata il braccio di Glik è attaccato al corpo, ma per l'arbitro è fallo di mano.

Subito dietro il terzetto di testa, a 18 punti, figurano Inter e Fiorentina. I nerazzurri superano sul campo e in classifica un Verona (16 punti) deludente rispetto alla partenza da sogno di questi primi due mesi. In ogni caso, è questa la partita più emozionante della nona giornata: 4-2 il risultato finale. I gol interisti non sono di fattura memorabile, ma il gioco sulle fasce ha l'efficacia di sempre (Nagatomo ha imparato anche il tiro a giro, Jonathan fa degli slalom alla Christian Ghedina). Non pervenuta invece la difesa scaligera, che rimane di gesso su quasi tutti i calci piazzati. I gol al passivo sarebbero cinque, ma l'arbitro annulla una rete di Palacio per un fuorigioco che non c'è.

Bene anche la Fiorentina, che dà seguito alla vittoria leggendaria contro la Juve superando il Chievo 2-1 fuori casa. In verità, all'inizio non si mette bene per i Viola, che vanno sotto con un colpo di testa di Cesar e rischiano anche di subire il raddoppio. Poi però ci pensa Cuadrado a rimettere in ordine i conti. Prima dell'intervallo il colombiano si produce in un'azione personale che si conclude con la palla all'angolino. Nella ripresa è ancora lui a raddoppiare, dopo un scambio ravvicinato con Rossi, per una volta in ombra. I Viola arriveranno quindi con l'umore alto alla sfida contro il Napoli, mentre è ancora notte fonda per il Chievo, ultimo in classifica con soli 4 punti.

In casa Milan, invece, la luce si è spenta all'improvviso. Basti pensare che, più di Neymar, poté Parolo. Dopo aver strappato un pareggio martedì ai fenomeni (non più extraterrestri, ma comunque fenomeni) del Barcellona, i rossoneri incassano una sconfitta sorprendente.

A Parma finisce 3-2. E dire che la storia sembrava indirizzata verso l'ennesima rimonta di cuore targata Allegri: ai gol nel primo tempo di Parolo e Cassano rispondono nella ripresa Matri (habemus il primo gol in rossonero) e  Silvestre.  Poi, nel momento di massima pressione milanista, al 94esimo ancora Parolo infila in porta una punizione tirata quasi dagli spogliatoi. Per informazioni chiedere a Birsa e Matri, che pensano bene di aprirsi in barriera come un'ostrica.

Nel posticipo, la Lazio prende una boccata d'ossigeno battendo 2-0 in casa il Cagliari. Ai biancocelesti la vittoria mancava da un mese e il pareggio di giovedì a Cipro aveva innescato le prime contestazioni. A rasserenare il clima ci pensa Klose, vero deus ex machina in quel di Formello. Dopo il solito primo tempo svogliato dei capitolini, il tedesco entra nella ripresa, segna, si procura un rigore e soprattutto dimostra quanto un solo fuoriclasse in campo possa cambiare l'attitudine degli altri 21 giocatori (avversari compresi).

Chiudono il quadro della giornata Sampdoria-Atalanta, Catania-Sassuolo e Bologna-Livorno. I blucerchiati battono 1-0 i bergamaschi e si sfilano così dalla zona retrocessione, arrivando a 9 punti. Quanto al Sassuolo, torna dalla Sicilia con in tasca un altro punto, che lo mantiene pienamente in corsa per la lotta alla salvezza.

Ma anche con la consapevolezza di aver buttato all'aria una vittoria che sarebbe stata fondamentale: bastava che Zazza, dopo aver scartato il portiere, centrasse la porta. Appaiate a quota 6 punti insieme al Sassuolo ci sono proprio il Catania e il Bologna, che ieri è finalmente tornato alla vittoria in campionato dopo un'era geologica di astinenza: ben 168 giorni. L'Edmond Dantès dei rossoblù è un oscuro terzino col nome da attaccante: Crespo.