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di redazione

Dopo il suicidio assistito della Juve sul campo della Fiorentina, la Roma si ritrova in testa con ben cinque punti vantaggio sulle seconde. I giallorossi scavano il solco battendo il Napoli e ringraziando di cuore la Vecchia Signora, che al Franchi riesce nell'impresa di farsi rimontare due gol nel giro di pochi minuti.

Nel primo tempo i bianconeri vanno meritatamente in vantaggio con un rigore (dubbio) trasformato da Tevez e con una zampata di Pogba su errore della difesa viola. Nella ripresa Marchisio ha sul destro la palla del ko, ma la spreca, confermando di non essere ancora uscito dalla sua personale fase di abulia. Di lì in poi, è black-out nella difesa Juventina. Nel giro di pochi minuti Rossi pareggia con una doppietta: prima un rigore, poi un tiro dalla distanza su cui Buffon fa una pessima figura. Chiudono i giochi Joaquin e ancora Rossi, che arriva così a quota sette in Campionato. Il 4-2 finale porta i Viola a quota 15, mentre la Juve resta ferma a 19 punti.

Ancora appaiato ai bianconeri il Napoli, liquidato sabato sera per 2-0 dalla Roma, che marcia ancora a punteggio pieno (unica squadra in Europa). Gli azzurri hanno il demerito di non trasformare due palle gol cristalline nel primo tempo, prima con Pandev (solo davanti a De Sanctis), poi con Insigne (che resta però il migliore dei suoi). Con tutta la stima per l'impegno del macedone, la mancanza di Higuaìn in attacco pesa come un macigno sull'efficacia del gioco di Benitez.

In casa Roma si festeggia invece la definitiva rinascita di Pjanic, autore di una doppietta su calcio piazzato: prima una punizione disegnata con il goniometro, poi un rigore trasformato in sicurezza (e accalappiato da Borriello con furbizia). Due note dolenti: Totti e Gervinho sostituiti per infortuni muscolari. Episodi che ripropongono la domanda fondamentale di questo inizio di stagione: quanto a lungo gli uomini di Garcia potranno continuare a questo ritmo? Per ora segnali di cedimento non se ne vedono, e l'assenza dall'Europa è senz'altro un vantaggio clamoroso per chi punta allo Scudetto.

Dietro al terzetto di testa continua a viaggiare forte il Verona, che arriva a 16 punti superando 3-2 il Parma. Come al solito le partite della squadra veneta regalano spettacolo: apre le danze Cacciatore, difensore goleador del  Campionato, poi Parolo e Cassano ribaltano il risultato, ma due rigori di Jorginho nella ripresa regalano la vittoria e un piazzamento europeo agli scaligeri.

Subito sotto, a quota 15, l'Inter, che non va oltre il pareggio contro il Torino, al termine di una partita incredibile. Sullo 0-0 viene espulso Handanovic per un fallo in area su Cerci ed entra Carrizo, come sempre croce e delizia dei suoi tifosi. A pochi secondi dall'ingresso in campo il portiere argentino para un rigore. I granata vanno comunque due volte in vantaggio, prima con Farnerud e poi con Immobile, ma due volte vengono raggiunti, prima da una rovesciata di Guarin, poi da Palacio. L'argentino trova anche il 3-2 su assist di Belfodil, ma al 90esimo Bellomo insacca il 3-3 con quello che presumibilmente voleva essere un cross. Per fortuna del Torino, Carrizo il para-rigori non ha idea di come prendere posizione sui calci piazzati. Negato un rigore solare all’Inter (forse due), che si aggiunge ad errori gossolani di arbitro e guardialinee che causano la protesta di Mazzarri, che non si reca in sala stampa.

A metà classifica l'Atalanta scavalca la Lazio di un punto (12 a 11), superandola per 2-1 sul campo. I bergamaschi mettono in gioco tanta cattiveria e un Cigarini in grande spolvero: piedi buoni, regista a tutto campo, suo il gol dell'1-0 (botta da fuori su cui Marchetti ha qualche responsabilità) e l'assist per il gol vittoria di Denis. Ai romani non basta il primo gol del giovanissimo Perea. La squadra è svogliata, manca di grinta e non riesce a risolvere i soliti problemi: la difesa balla, il centrocampo è in bambola - complice il periodo poco ispirato di Hernanez - e l'attacco non segna.

I biancocelesti vengono così raggiunti a quota 11 dal Milan, che supera in casa 1-0 l'Udinese con un eurogol di Birsa (sinistro a giro sotto l'incrocio) e festeggia così il ritorno a San Siro di quel che resta di Kakà.

Un punto sotto troviamo proprio i friulani affiancati dal Cagliari, che si guadagna i tre punti battendo in trasferta il Catania. Dopo il vantaggio di Bergessio, i siciliani ribaltano il risultato prima con Ibarbo - che in seguito macchia una prestazione come sempre straripante sbagliando sia un rigore sia la successiva, facile ribattuta -, poi con Pinilla, che nel finale fissa il risultato sul 2-1.

In coda alla classifica rialzano la testa la Sampdoria (a sei punti dopo il 2-1 al Livorno) e soprattutto il Sassuolo, che battendo 2-1 il Bologna arriva a quota sei, incamerando in un colpo solo più di tutti i punti fatti nelle prime sette partite. Sotto agli 11 di patròn Squinzi, che fin qui sembravano gli underdog del Campionato, si piazzano ben due squadre: il Chievo, battuto 2-1 dal Geneoa (doppietta di Gilardino) e proprio il Bologna, fermo a 3 punti. Pare che per il 25 dicembre i tifosi emiliani abbiano chiesto a Babbo Natale la prima vittoria in Campionato.