di Rosa Ana De Santis
Alleato più che pubblicizzato di tutte le diete, protagonista di bevande e caramelle, snack dietetici e barrette di ogni tipo, l’aspartame è sempre più al centro di ricerche mediche che ne attesterebbero la pericolosità per la nostra salute. Ci ha pensato l’ultima puntata di Report a ricordare al pubblico gli inquietanti risultati dimostrati dall’Istituto Ramazzini nel corso dei suoi esperimenti su una colonia di ratti trattata in laboratorio con aspartame. Ricerche ed evidenze di cui nessuno sa - se non attraverso i siti della controinformazione - e che sono state tranquillamente riposte in un cassetto nell’imperturbabile silenzio delle autorità preposte alla tutela della salute pubblica che, va ricordato, in nulla hanno osteggiato la diffusione commerciale del prodotto rimasto a disposizione di tutti, grandi e piccini.
L’Istituto Ramazzini, con una ricerca mirata sul sucralosio, ha evidenziato nelle cavie decedute, attraverso i relativi rilievi autoptici, un incremento di linfomi e leucemie anche con un tasso di aspartame inferiore a quello previsto per gli uomini, ovvero 20 mg/kg di peso corporeo. La corrispondenza di aspartame e tumori maligni (responsabile anche le dosi di metanolo che sprigiona nell’organismo) è stata quindi rilevata anche a partire da dosi inferiori a quelle ritenute ammissibili per gli essere umani.
Questo avrebbe dovuto almeno destare un legittimo sospetto e indurre, se non ad un divieto che dovrebbe allora riguardare tanto altro cibo ingerito (come la carne agli estrogeni) ad un atteggiamento di prudenza e di cautela e, inevitabilmente, ad un programma di informazione ed educazione alimentare. Nulla di tutto questo è avvenuto se non una denuncia di terrorismo scientifico contro una delle maggiori Istituzioni di ricerca e studio dell’oncologia del nostro Paese. L’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro (IARC) dell'Organizzazione mondiale della Sanità ribadisce peraltro che tutti gli agenti considerati cancerogeni, anche quando sono presenti in dosi non alte, non possono mai essere considerati non dannosi per la salute dell’uomo.
Dopo la denuncia andata in onda su Rai3 nella commissione Affari Sociali della Camera, il PD ha posto al Ministro Balduzzi l’urgenza di fare chiarezza sulla sostanza che peraltro è presente anche in moltissimi prodotti farmaceutici, compresi quelli pediatrici. Il Ministro della Salute si è sempre interessato di altro. Non troppo tempo fa aveva proposto di super tassare le industrie che producono prodotti extra dolcificati con l’obiettivo di intervenire sulla patologia dell’obesità e in cambio di metterci a tavola l’incantesimo dei prodotti dolci, ma ipocalorici.
Una stranezza che meriterebbe qualche attenzione in più, visto che la formula magica del “dolce che non è zucchero” è proprio tutta concentrata sull’aspartame e i suoi parenti. La sola vaga possibilità di consegnare la popolazione tutta ad un rischio di cancro dovrebbe rappresentare un elemento sufficiente di analisi e di stop alla diffusione dei prodotti. Ma evidentemente la richiesta di prudenza viene ritenuta ormai solo il delirio di qualche integralista anti occidentale.La storia della commercializzazione dell’aspartame dalle sue origini è stata tutt’altro che semplice e il battesimo della sua non pericolosità arrivò con Reagan e il cambio del direttore della Food and drug administration. A beneficiarne fu Donald Rumsfeld, all'epoca amministratore delegato della casa produttrice di aspartame (e in seguito Segretario alla Difesa dell’Amministrazione Bush). Oggi in Europa torna con urgenza il bisogno di aprire un dossier di ricerca, per la pressione dei media e di molti parlamentari.
In Italia abbiamo di più. Abbiamo i risultati apprezzabili di un centro di ricerca da sempre apprezzato e considerato di riferimento assoluto che ha deciso di rifare e aggiornare le ricerche eseguite troppi anni fa per essere considerate attendibili oggi. L’atteggiamento delle autorità di fronte a queste evidenze è stato assolutamente superficiale, se non sconsiderato. Già nel 2005, ai con Storace Ministro della Salute, una lettera al Consiglio Superiore di Sanità chiedeva di occuparsi del problema aspartame, nonostante l’Europa fosse contraria ad ogni misura restrittiva sul prodotto. Da allora ad oggi niente è stato fatto e anzi la moda dei prodotti Light è incontenibile.
Sarebbe già molto realizzare una campagna di educazione alimentare che invitasse a ridurre gli zuccheri, piuttosto che fiancheggiare un mercato che premia l’acqua senza l’acqua e il dolce senza zucchero mettendoci nel piatto distillato di pesticidi e chimica industriale.La società occidentale deve fare i conti con un aumento impressionante, anche in età giovanile, di tumori maligni. La malattia è espressione di diversi fattori: non una sola è la causa, neppure nelle forme di origine genetica.
Non c’è dubbio che ambiente e cibo sono i grandi elementi che sono cambiati nel corso del tempo. Inquinamento e cibo drogato di ormoni, colture transgeniche, antibiotici e pesticidi stanno attaccando la nostra incolumità.
Teorizzava Feuerbach, nel suo anti idealismo e materialismo radicale, che l’uomo è ciò che mangia. Il filosofo non voleva certo teorizzare un’operazione di banale equazione al minimo o di riduzionismo della natura umana. Per capirlo basta osservare l’istantanea su quello che siamo diventati.
Una cultura che non riconosce i germi del proprio suicidio collettivo neppure quando l’ipersviluppo e il business si siedono alla nostra tavola, ci tolgono il pane e riempiono il piatto e la pancia dei nostri figli con il cartone e la vernice dell’ultima pubblicità. Che uccidono noi per fare ricche le corporations.