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di Luca Alberini

La data per le elezioni la decide Ciampi, ma come arrivarci lo decide Berlusconi. E quindi, la par condicio non c'è più. Affondata dai berluscones in commissione di Vigilanza Rai a colpi di emendamenti che i commissari dell'Unione non sono riusciti a contrastare. Con un emendamento a sorpresa, la Vigilanza ha introdotto il principio della "proporzionalità" tra le forze politiche, impedendo di fatto l'accesso in tv a tutti quelli che "non costituiscono gruppo parlamentare" o alla Camera o al Senato. Come si è arrivati a tutto questo? E' stato un lavoro di rara minuzia, portato avanti da tutti i rappresentanti della Cdl che hanno presentato un "pacchetto" di 22 emendamenti, corredato dal parere di una serie di "esperti" che hanno contribuito non poco alle proposte di modifica della par condicio. L'Unione, sconfitta dai numeri, commenta l'aggressione della Cdl come "la dimostrazione che Berlusconi è alla disperazione", subito ribattuta dal leghista Caparini per il quale questo inciucio è solo "un'altra norma per i cittadini onesti che garantisce la legittima difesa". Il nodo centrale è quindi la cancellazione del regime di parità di trattamento in tv per tutti i partiti che fino ad oggi è stato l'asse portante della legge stessa. La nuova norma introduce invece il principio della proporzionalità, con una ripartizione all'80% in modo paritario "nei confronti delle forze politiche che costituiscono Gruppo in almeno un ramo del Parlamento nazionale" e il restante 20% agli altri soggetti politici. In pratica tutti i piccoli partiti che confluiscono nei gruppi misti di Camera e Senato avranno spazi infinitesimali nei programmi Rai.

Non è finita. Con un altro emendamento è stato stabilito che nei messaggi autogestiti e nelle tribune elettorali il tempo disponibile sarà riservato per il 50% alle liste di partito e per il 50% alle coalizioni. Dentro questa divisione del paniere, il tempo riservato alle liste sarà a sua volta diviso, riservando il 50% alle liste per la Camera e il 50% a quelle per il Senato. Un'ulteriore parcellizzazione che sarà difficile tradurre in un regolamento di attuazione per la Rai. Viale Mazzini, infatti, promette battaglia: non si può fare televisione con il cronometro in mano. Ma anche questa è un'argomentazione che suona come una pallottola spuntata a fronte di quello che Berlusconi vuole realmente ottenere, ovvero il caos e la sua supremazia mediatica. Casomai potrà accadere nelle trasmissioni di Mediaset che, in quanto tv senza obblighi di servizio pubblico, può anche "sforare" sulle regole della par condicio. In fondo rischia solo qualche multa, meno salata della Rai che invece, in caso di violazione, potrebbe vedere saltare la convenzione con lo Stato.

Per Berlusconi è stato poi di fondamentale importanza ribadire, tramite gli emendamenti, che "l'editto bulgaro" è ancora straordinariamente in vigore. Santoro è infatti fuori pista e la Cdl è riuscita ad abbattere il suo personalissimo nemico numero uno attraverso un emendamento che porta la firma di tutti e quattro i partiti della Cdl. Il suddetto emendamento recita che durante il periodo di par condicio "le persone che per il ruolo che ricoprono o hanno ricoperto nelle istituzioni nell'ultimo anno siano chiaramente riconducibili ai partiti e alle liste concorrenti", possono partecipare solo alle trasmissioni Rai in cui è prevista la presenza "per i rappresentanti delle liste e delle coalizioni".
E "l'emendamento contra-Santoro", come l'ha chiamato Giulietti, ed solo la punta dell'iceberg.

In sostanza Santoro potrebbe partecipare, alle trasmissioni di informazione politica come le tribune stampa e l'informazione elettorale, ma non condurre. Niente da fare, quindi, per le tre trasmissioni che Raitre aveva deciso di affidagli a marzo e della cui programmazione proprio ieri ne stava discutendo il cda Rai, che però si è interrotto dopo le notizie provenienti da San Macuto.
La cosa non finisce qui. Forse ci sarà un ricorso all'Authority Tlc e, se necessario, anche a Ciampi, per un tentativo ultimo di ripristino della legalità, ma sarà dura. Martedì la commissione di Vigilanza si riunirà ancora, stavolta per stabilire un nuovo regolamento attuativo. C'è da augurarsi che, prima di allora, dal Colle arrivi qualche segnale che ripristini la correttezza delle norme.