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di Manuel Hevia Frasquieri e Andrés Zaldívar Diéguez

Correva l’anno 1967. La controrivoluzione a Cuba era stata sconfitta. La stazione della CIA a Miami JM-Wave cominciò gradualmente a limitare le sue operazioni di guerra sporca contro il territorio cubano, dopo molti anni di crimini e aggressioni. Venivano smontati i radar di comunicazione o le mitragliatrici pesanti e i cannoni senza retrocessione di 57 mm delle navi pirate che venivano vendute o liquidate. Le loro dimore lussuose negli isolotti del Florida, in altra epoca case segrete, sono state affittate. Tutta la logistica di guerra veniva sgominata a poco a poco. Ma le loro azioni paramilitari contro imbarcazioni da pesca o altre attrezzature cubane sarebbero continuate ancora nei prossimi anni. Il terrorismo non era cessato, bensì s’intensificava contro gli interessi cubani all’estero. I loro "bersagli" prediletti sarebbero allora i funzionari diplomatici e commerciali, le ambasciate, i consolati, le rappresentazioni di linee aeree o marittime, sia cubane che di qualsiasi paese che avesse rapporti con Cuba. Era soltanto un cambiamento strategico nella politica di terrore Un assassino prezzolato detto Luis Posada Carriles, seduto a un bar di Miami in quei giorni, racconta nelle sue memorie "I cammini del guerriero", meditava con sè stesso... "Le operazioni per la liberazione di Cuba che effettuava la Cia erano diminuite di molto, al punto che già non si faceva quasi nulla. Appartenevano al passato le operazioni paramilitari, i contatti dentro l’Isola, i seppellimenti di armamenti, le infiltrazioni e tutta quell’attività che manteneva viva la speranza dei cubani che lavoravamo per l’agenzia. Lentamente e inesorabilmente si chiudevano le basi degli isolotti nel Florida e lentamente e inesorabilmente venivano smobilitati tutti i cubani che lavoravano per la CIA. A me aveva toccato il turno pochissimo tempo fa..."

Posada Carriles mente deliberatamente. La Cia non abbandonò mai i suoi eccellenti alunni del Fort Benning. I suoi agenti principali di origine cubana nel JM-Wave venivano inviati come "consulenti" contro i ribelli ai governi pro-yankee in America Latina per reprimere qualsiasi indizio di Rivoluzione. Il suo caro amico Félix Rodríguez Mendigutía era partito verso la Bolivia per collaborare nelle operazioni contro il Guerrigliero Eroico Ernesto Che Guevara. Poi la Cia lo avrebbe inviato in Ecuador, Perú, Viet Nam, Nicaragua ed El Salvador. In questo ultimo luogo avrebbe partecipato insieme a Posada nella guerra sporca in Centro America agli ordini dirette della Casa Bianca.

Posada Carriles venne "assegnato" a Caracas, in Venezuela, nel 1967 come mercenario della Cia, passò per i suoi organi dei Servizi Segreti fino a occupare un’importante carica nella Direzione dei Servizi Segreti e di Prevenzione (DISIP) di allora. I suoi principali compiti: eliminare i focolai di "ribelli" e appoggiare il lavoro di spionaggio della Cia nel mezzo diplomatico ostile agli Stati Uniti e nelle alte sfere della politica locale. Questa designazione non era casuale, era una carica di fiducia in un paese con grandi interessi economici e geopolitici per gli Stati Uniti nell’area dei Caraibi e dell’America del Sud, molto legato a Cuba per profondi rapporti storici.

Lo stesso George Bush (padre), in veste di direttore della Cia nel 1976, disse in privato all’allora capo della DINA cilena, generale Juan Manuel Contreras Sepúlveda, in una riunione svoltasi a Washington, che la DISIP era stata ristrutturata con la partecipazione di agenti cubani al servizio dell’agenzia, suggerendogli di passare per Caracas e visitare che questo organo della polizia al suo ritorno in Cile. Stando a Contreras, durante il suo viaggio in Venezuela incontrò agenti cubani in quel paese. Uno di loro era Luis Posada Carriles.

La "ristrutturazione" allusa dall’allora direttore della Cia, comprendeva importanti risorse di ogni tipo, indirizzate a potenziare quel dispositivo della polizia. Nelle sue "memorie", Posada Carriles fa riferimento a questo tema, ma non menziona la Cia: ..."La polizia era stata migliorata incredibilmente. Corsi all’estero, istruttori ben stipendiati, più l’acquisto di costosi ma molto efficienti equipaggiamenti per intercettare telefoni, per ‘sonorizzare’ camere con trasmettitori nascosti, l’acquisto di pattuglie, moto e, soprattutto, sufficienti risorse economiche per stabilire reti di collaboratori in alberghi, ristoranti, autonoleggio, ecc., appoggiavano le nostre operazioni, situando determinato ‘cliente’ in una camera dell’albergo previamente ‘sonorizzata’ o portandolo in una tavola ‘lavorata’ nel ristorante.

L’appartamento più costoso, ma anche proficuo era quello del ‘controllo e manipolazione delle fonti vive’ o informatori. Le aree d’interesse del Corpo erano i gruppi sovversivi di sinistra, i militanti di tendenza colpista, gruppi politici e finanziari, certi personaggi e qualsiasi settore della popolazione che fosse interessante per il governo, venivano infiltrati dai nostri agenti..."

Luis Posada Carriles non abbandonò il suo operato terroristico contro Cuba in quegli anni, bensì lo rincrudì a partire dal manto ufficiale che gli offriva la sua carica nella DISIP venezuelana, nella quale venne designato commissario il 4 ottobre 1971 dal suo amico e collaboratore Remberto Uzcátegui Bruzual, che lo integrò nel gruppo repressivo che dirigeva noto come i Dodici Apostoli. Questa designazione gli diede maggiori possibilità di continuare le azioni d’interesse della Cia che veniva compiendo da anni.

LA FACCIATA DELL’AGENZIA PRIVATA DI DETECTIVE

Nel 1974 per dissapori con il nuovo governo di Carlos Andrés Pérez, Posada Carriles fu costretto a rinunciare, creandosi una difficile situazione operativa per la Cia. Da un giorno con l’altro sorsero nuovi fondi monetari, alcuni presuntamente apportati dal suo vecchio compagno della DISIP Joaquín Chaferdet Ramos, e venne creata un’agenzia privata di detective a Caracas chiamata "Investigazioni Commerciali e Industriali, Società Anonima" (ICICA), diretta dallo stesso Posada Carriles.

Le sue attrezzature si trovavano inizialmente nell’ufficio numero 78 nel centro professionale Majestic, nel viale Libertador. Ma nel 1976 si trasferirono in un luogo più ampio e di discreta ubicazione nel centro urbano Las Palmas, nel viale Valencia, villa María Nina a Caracas. I suoi "investigatori", secondo le indicazioni di Posada Carriles, dovevano entrare per la porta posteriore per non attirare l’attenzione verso i loro movimenti. L’ICICA riuscì ad avere una filiale nella città di Valencia, nello stato di Carabobo, prossima a Puerto Cabello, che data la lontananza dalla capitale, agevolava i loro movimenti verso altre regioni.

Questa "agenzia" cominciò le sue attività nei primi mesi del 1974 fino a ottobre del 1976, ritenuti gli anni di maggiore violenza terroristica contro gli uffici diplomatici, commerciali e contro gli interessi cubani nel continente.
Nelle sue "memorie", Posada Carriles tenta di nascondere il carattere sovversivo dell’ICICA e di giustificare le risorse tecniche e finanziarie delle quali disponeva: "...mai ci siamo incaricati di faccende relazionate con adulteri nè problemi tra politici, sfera che ci sembrava di minima importanza, paragonata con quello più redditizio e attraente dell’investigazione commerciale e industriale, particolarmente nell’area dello spionaggio di tecnologia, commercio e finanze delle imprese nazionali e straniere... Ci hanno incaricato investigazioni su conflitti di concorrenza, furti e frodi; investigazioni per preimpiego di esecutivi importanti, specialmente di imprese multinazionali... una rete di equipaggiamenti movili di comunicazioni con il suo ripetitore, camere operative, microfoni sofisticati ecc, appoggiavano i nostri investigatori nelle loro indagini..."

Stando ai documenti resi pubblici di quel periodo, una gran parte dell’equipaggiamento in armi ed esplosivi nelle mani della nuova "agenzia" era stata sottratta dalla DISIP. Altri mezzi tecnici di spionaggio furono presumibilmente "donati" dalla CIA. Versioni non confermate accusavano l’ambasciata USA a Caracas di aver introdotto nell’"agenzia" esplosivi plastici poi utilizzati in azioni terroristiche contro Cuba.

L’efficiente "agenzia" di Posada Carriles, divenuta un pericoloso centro sovversivo per la regione dei Caraibi e dell’America del Sud, si poteva considerare anche una struttura paramilitare e manteneva un rapporto di "favori mutui" con funzionari degli organismi polizieschi venezuelani. Posada continuò a collaborare in operativi di inseguimento e torture contro gruppi di sinistra in Venezuela, mentre realizzava azioni segrete per la Cia o partecipava attivamente, insieme a Orlando Bosch Avila, ad azioni di morte dell’Operazione Condor con la Dina fascista di Augusto Pinochet. Si conosce pubblicamente che alcuni coinvolti dell’ICICA, in particolare Hernán Ricardo Lozano, mantenevano stretti rapporti con un funzionario dell’ambasciata nordamericana a Caracas detto Joe Leo, indicato da certe fonti pubbliche come ufficiale dei servizi speciali.

Questo centro terroristico riuscì a disporre di 36 impiegati, alcuni già agenti dei servizi speciali venezuelani o terroristi di origine cubana, familiarizzati con missioni clandestine di inseguimento e controllo tecnico di obiettivi d’interesse, tecniche di ascolto illegale o interrogatori e azioni violente con arme ed esplosivi plastici. Il secondo capo e capo di operazioni di questa "agenzia" era Diego Argüello Lastre, già poliziotto della tirannia di Batista.

LA CIA NON POTEVA ESSERE ESTRANEA ALLE AZIONI TERRORISTICHE DI POSADA CARRILES

Il livello di aggressività ed effettività di questo gruppo solo era possibile grazie al possedimento di mezzi di intercettazione telefonica, trasmettitori di radio per applicazioni segrete e microfoni piccoli da incassare nei muri (alcuni commerciali e altri di origine sconosciuta, presuntamente elaborati da un servizio professionale di spionaggio), equipaggiamenti di registrazione professionale, stetoscopi per l’ascolto attraverso le mura, mezzi di ferramenta, fotografia professionale, equipaggiamenti portatili per il montaggio di punti movili di registrazione di conversazioni e liquidi radioattivi per segnare e inseguire gli obiettivi, tra gli altri mezzi.

L’equipaggiamento permette di inferire che i bersagli del lavoro illegale potevano essere personalità politiche o governative, agenti diplomatici o commerciali stranieri, dirigenti rivoluzionari di sinistra, imprenditori e uomini d’affari.
Da questa "agenzia" vennero pianificati atti terroristici, partevano surrettiziamente comandi armati e addestrati per collocare bombe in attrezzature civili cubane all’estero e ordire ogni tipo di attentati e sequestri, presumibilmente in coordinamento con altri gruppi della mafia cubanoamericana a Miami. Stando a diverse fonti storiche, l’ICICA elaborò studi operativi su attrezzature diplomatiche e commerciali cubane a Trinidad e Tobago, Barbados, Colombia e Panama e aveva carte geografiche di rotte dei voli di Cubana de Aviacion nella regione.
La Cia non poteva essere estranea a queste azioni. Posada Carriles continuava a essere un uomo di fiducia e, forse, il suo ufficiale illegale più fedele ed esperto nella regione al quale doveva molti favori.

Giorni dopo il crimine di Barbados, un memorandum dei servizi segreti reso pubblico dal Dipartimento di Stato nordamericano datato il 19 ottobre 1976, chiedeva alla Cia alcune risposte e commenti. La prima domandA metteva il dito nella piaga: La Cia ha avuto qualche rapporto con l’agenzia di investigazioni di Posada o con qualsiais affare che egli abbia potuto avere? Ignoriamo se la Cia emisse qualche risposta.

Non era casuale l’intensificazione degli atti terroristici nella regione. Solo tra marzo del 1974 e ottobre del 1976, quando venne chiusa l’ICICA, si calcolavano più di 40 bombe in 14 paesi di America Centrale, i Caraibi e America del Sud in attrezzature diplomatiche cubane, linee aeree e interessi di altri paesi che mantenevano rapporti con Cuba. In quel periodo vennero assassinati due tecnici cubani in Peru e Messico, due funzionari cubani in Argentina, 73 passeggeri che viaggiavano a bordo del volo 455 della Cubana de Aviacion su Barbados.

L’investigazione storica realizzata nel nostro paese offre una visione più dettagliata di quegli atti selvaggi. Nel 1974 ebbero luogo 3 attentati con esplosivi contro l’ambasciata cubana a Giamaica, altri 4 nella sede diplomatica in Messico. Bombe carte inviate nelle ambasciate cubane in Argentina e Canada. Collocazione di altre bombe in attrezzature diplomatiche cubane e straniere in Peru, Giamaica, Ecuador, Venezuela, Panama, Bahamas. In Messico scoppiano 13 bombe in 3 città differenti in banche, ditte commerciali e governative quando si diffuse la notizia su una possibile normalizzazione dei rapporti tra Cuba e gli Usa.

Nel 1975 vennero collocati 9 ordigni esplosivi in 5 paesi dell’area. Una bomba venne scoperta nella macchina dell’ambasciatore cubano in Messico e venne mitragliata la macchina in cui viaggiava l’ambasciatore cubano in Argentina, Emilio Aragonés Navarro, che ne uscì illeso. Quell’anno anche il popolo nordamericano fu vittima delle azioni terroristiche dei gruppi anticubani più violenti che operavano in quel territorio.

Un’esplosione in Porto Rico nel mese di gennaio aveva causato 4 morti e 2 feriti. In febbraio una bomba fu disattivata negli uffici della linea aerea colombiana a San Juan, in Porto Rico. In marzo due ordigni detonarono negli uffici di turismo a Panama e il consolato di Costa Rica a Los Angeles, in California. In maggio e luglio due bombe scoppiarono nelle ambasciate di Venezuela e Costa Rica a Washington. In luglio venne sabotata la nave portorricana a San Juan in Porto Rico. In ottobre due bombe scoppiarono a Miami, mentre il 29 dicembre venne detonato un’altro ordigno nel salone dei bagagli della linea aerea dominicana dell’aeroporto La Guardia, a New York, causando 13 morti e 75 feriti.

CON IL CORU LA CAPACITA’ OPERAZIONALE DEL TERRORE EBBE UN’ESCALATION COME MAI PRIMA

Ancora una volta la tolleranza e complicità delle autorità nordamericane con i gruppi terroristici anticubani cominciavano a creare loro problemi interni. La soluzione più pratica e vantaggiosa per il governo Usa sarebbe la creazione del Coordinamento delle Organizzazioni Rivoluzionarie Unite (Coru).
A giugno di 1976 Luis Pasada e Orlando Bosch parteciparono alla creazione del gruppo terroristico Coru a Repubblica Dominicana, nato su richiesta dei propri servizi segreti nordamericani. Un veterano ufficiale della Divisione antiterroristica della Polizia di Miami dichiarò nel 1979: "...i cubani portarono a termine l’unione del Coru su richiesta della Cia... Gli Usa appoggiarono la riunione per tenere tutti nella stessa direzione nuovamente, sotto il controllo degli Stati Uniti. Il segnale fondamentale fu avanti e fate quel che volete. fuori dal territorio nordamericano..."

Il Coru costituì un gruppo ideologicamente fascista per estendere il terrorismo internazionale contro Cuba, integrare i terroristi più violenti e colpire con forza la Rivoluzione cubana. Riunì i gruppi fascisiti di origine cubana più attivi che operavano dagli Usa come Azione Cubana, Brigata 2506, Fronte di Liberazione Cubano, Alpha 66, Abdala, Movimento Nazionalista Cubano. Orlando Bosch Avila venne designato capo di questo gruupo. I particolari di quella riunione in Repubblica Dominicana vennero a conoscenza dell’Fbi i cui agenti segreti erano presenti. Anche se non esistono commenti del Fbi nei suoi rapporti resi pubblici, esistono evidenze della presenza di Luis Posada Carriles a Santo Domingo in quel momento.

Il Coru fascista diretto da Orlando Bosch sarebbe la testa visibile. Dietro le quinte con un effettivo potere nelle sue mani che gli forniva l’ICICA, l’uomo forte della Cia, Posada Carriles, avrebbe partecipato più attivamente a quella cospirazione internazionale. La capacità operazionale dell’"agenzia" del terrore diretta da Posada Carriles dal 1974 e poi l’effettività terroristica del Coru rese evidente un’organizzazione mai prima vista in gruppi criminali di quell’epoca, fatto che solo era possibile da raggiungere con il sostegno diretto di un servizio come la Cia.
Tuttavia, il triste incidente dell’aereo della Cubana de Aviacion a Barbados in ottobre del 1976, pochi mesi poi, ritirò dalla circolazione per alcnuni anni questi due criminali e frustrò temporaneamente la manovra della Cia, comandanta da George Bush padre.

Sull’influenza del Coru e il deciso sostegno operativo di Posada Carriles da Venezuela in molti casi, si registrarono atti di terrore nelle sedi cubane a Peru, Colombia, Guyana, Canada e Venezuela. Un gruppo diretto personalmente da Posada, insieme a Orlando Bosch, e adempiendo un accordo previo della riunione di costituzione del Coru, ideò il sabotaggio del volo 467 della Cubana de Aviacion Panama-Avana, azione che venne frustrata.

Il 9 luglio scoppiò una bomba in un bagaglio che veniva portato in un aereo cubano di passeggeri in Kingston, Giamaica, la cui partenza era stata ritardata 40 minuti per motivi operazionali. Grazie a questo venne scansata una catastrofe terribile.

Il 10 luglio detonò altro ordigno negli uffici di British West Indian Airline a Barbados, collocato presumibilmente da Hernán Ricardo e Freddy Lugo, sicari al servizio dell’agenzia" di Posada e poi autori diretti dell’esplosione dell’aereo cubano nello stesso luogo.

L’11 luglio detonò un’altra bomba negli uffici della linea aerea Air Panama in Colombia e giorni poi spararono contro l’ambasciata cubana in quel paese. Si presume che un comando terrorista al mando di Posada Carriles, tra cui membri figurava Hernan Ricardo, si recò in questo paese in quei giorni col proposito di provocare un atto terroristico che avesse grande ripercusione nella stampa.
Giorni poi, il 23 luglio venne assassinato il tecnico cubano della Flotta di Gamberetti dei Caraibi, Artaignan Díaz Díaz, a Mérida, Yucatan, in un tentativo di sequestro di un funzionario consolare cubano. A questo incidente partecipò un vecchio complice di Posada, il criminale Gaspar Jiménez Escobedo che lo avrebbe assecondato anni dopo nel tentativo di assassinio del presidente Fidel Castro Ruz nel X Vertice Ispano Americano di Panama nell’anno 2000.

Il 9 agosto vennero sequestrati, torturati e assassinati Crescencio Galañena Hernández e Jesús Cejas Arias, funzionari dell’ambasciata cubana nell’Argentina da gruppi paramilitari della giunta militare argentina. Esistono informazioni che collegano gli assassini Orlando Bosch, Luis Posada Carriles e Guillermo Novo Sampol a questo crimine. Poco dopo, il 21 settembre, nella città di Washington vengono assassinati l’ex ministro degli Affari Esteri del governo dell’Unità Popolare di Salvador Allende, Orlando Letelier e la sua collaboratrice Ronni Karpen Mofitt, da sicari del Coru al servizio di Augusto Pinochet, tra questi i terroristi di origine cubana Guillermo e Ignacio Novo Sampol, Dionisio Suárez Esquivel e Virgilio Paz Romero.

Il 6 ottobre 1976 scoppiava in pieno volo l’aereo cubano a Barbados con 73 passeggeri a bordo. Fu il crimine più orrendo di tutti. Perfino dopo 30 anni colma di indignazione e tristeza tutto nostro popolo. Giorni prima dell’atroce attentato, l’ambasciata Usa a Caracas negò il visto di entrata a Porto Rico a Hernán Ricardo Lozano, uno degli autori materiali del crimine. Si conosce da fonti storiche che l’ambasciata nordamericana a Porto Spagna, Trinidad e Tobago, conobbe che Ricardo era in questo paese in momenti che il Coru si addossava una bomba collocata nel consolato della Guyana il 1° settembre 1976. La Cia forse temè che il suo lungo rapporto con Hernán Ricardo le potrebbe recare problemi.

Dopo la loro detenzione dalle autorità venezuelane, che li accusò per la loro responsabilità nel sabotaggio dell’aereo cubano, il governo Usa manovrò perchè non venissero sottoposti a processo e propose la liberazione di Posada e la consegna di Bosch alle autorità.

Il governo Usa fu l’autore intellettuale di quell’orrendo attentato. Non si tratta di un fatto isolato. I documenti resi pubblici dimostrano che i suoi servizi segreti non erano estranei ai tentativi del Coru di far esplodere un aereo in volo. Non erano estranei nemmeno al lavoro sovversivo dell’Icica nella regione, da dove partirono gli autori materiali del crimine e gli esplosivi utilizzati. Questo pottrebbe spiegare, tra altre ragioni, il suo diniego a estradare Posada Carriles in Venezuela.

La Cia e il suo governo agevolarono poi la fuga di Posada dal carcere di Venezuela, offrendogli un’importante missione nella guerra sporca in Centro America. Anni poi concessero asilo definitivo a Bosch in territorio nordamericano come prossimamente lo farà con Luis Posada Carriles per i suoi ampi servizi alla causa del terrorismo. Un giorno l’umanità chiederà loro i conti.