George Bush e Tony Blair sono estasiati: la morte di Al Zarqawi insegnerà una volta per tutte ai ribelli che la resistenza è inutile. Ma l'interrogativo rimane:quante volte è morto il presunto cervello di Al Qaeda? Per il giornalista Robert Fisk lo avrebbero ammazzato parecchi anni fa, il Jerusalem Post fa risalire la sua morte al 20 novembre 2005, la stampa indiana aveva annunciato la sua fine addirittura nel 2004. Ma improvvisamente Al Zarqawi si rifà vivo alla fine del 2005 e, secondo i media australiani, sfugge per un pelo agli americani con "una fuga rocambolesca". Impresa mirabolante, tanto più per un uomo con una gamba sola. Nel maggio del 2006, l'esercito USA tenta nuovamente di catturarlo ad Al Tafar, dove è stata più volte segnalata la sua presenza. Questa volta la caccia si conclude con la morte di 200 civili che con la resistenza non avevano nulla a che fare ma del leader dei ribelli non c'è traccia. Nell'estrosa logica del Pentagono, la strage è stata solo un'azione di "guerra collaterale" e "costituisce un passo avanti nella lotta al terrorismo". Intanto Al Zarqawi è divenuto un personaggio mitico, tanto che qualcuno afferma di avere buone ragioni per dubitare della sua esistenza. I più maligni pensano addirittura che lo abbia inventato la propaganda americana. Per provare che Al Zarqawi esiste davvero, gli americani diffondono un video in cui lo si vede mentre cerca di raccapezzarsi sul funzionamento di un kalashinokov che continua ad incepparsi. Una figura obiettivamente meschina per un uomo esperto di armi di tutti i tipi, considerato l'autore di innumerevoli eccidi. Finalmente, l'8 giugno Bush annuncia che giustizia è fatta. Con un raid aereo, gli americani hanno sorpreso Al Zarqawi a Bacquba, località a meno di tre ore di macchina di Baghdad, e lo hanno eliminato.
Il poster alle spalle di Bush non lascia dubbi: quella che si vede è
la maschera mortuaria di Al Zarqawi, sulla cui testa pendeva una taglia di 30
milioni di dollari, la stessa somma che spetterà a chi fornirà
informazioni utili per la cattura di Bin Laden. Segue un dettagliato elenco
delle stragi che gli sono state addebitate negli ultimi quattro anni. Anni durissimi
per il popolo iracheno, in cui gli Stati Uniti hanno elevato le azioni terroristiche
attribuite ad Al Zarqawi a proporzioni epiche, deviando così l'attenzione
pubblica dall'occupazione illegale dell'Iraq. Ora che è morto, il leader
di Al Queida continua a tornare utile alla propaganda manipolata dall'amministrazione
Bush affiancata dai media di regime. In particolare servirà a fornire
qualche punto in più al presidente nei sondaggi d'opinione che, a cinque
mesi dalle elezioni di middle time, presentano una caduta vertiginosa
dell'indice di popolarità dell'Amministrazione in carica. Persino le
alte sfere del Pentagono hanno avuto modo d'indicare tutto il loro dissenso
da Bush e Rumsfeld.
Ed è per questo che il giubilo generale davanti ad un cadavere appare
un pò come una reazione esagerata quanto inutile, che non metterà
fine all'occupazione e che non restituirà al popolo iracheno il diritto
alla propria sovranità. Ed è molto probabile che la guerra continuerà
fino a quando gli Stati Uniti non abbandoneranno l'Iraq. Sempre che per allora
ci siano ancora degli iracheni in vita.