Secondo un recente e serissimo sondaggio del Pew Research Center for the
People and the Press, gli americani, alla richiesta di dichiarare quale
singola parola identifichi meglio il presidente Bush, hanno piazzato al primo
posto "incompetente", mentre "idiota" e "bugiardo"
si sono piazzate nella top ten con un'impennata decisa dalla precedente rilevazione.
I tre termini descrivono l'inequivocabile giudizio sulle qualità della
politica repubblicana e il gradimento di Bush, sprofondato al 33%, trascina
con se la stima per la politica dell'Amministrazione. Il verbo neoconservatore
continua ad essere ripetuto, ma di fatto genera solo insofferenza. Bush non
ha ancora perso il controllo, come invece è capitato al suo omologo italiano,
e continua come un automa ad affermare che tutto va bene, mentre ora sembra
incline a una trattativa con l'Iran per rimediare al disastro iracheno.
L'incompetenza, l'idiozia e la menzogna sono tratti distintivi dell'azione
politica repubblicana e il risultato combinato di questi tre fattori è
sotto gli occhi di tutti. L'attacco all'Iraq ha prodotto una frattura nella
giurisprudenza internazionale e in cambio l'unico risultato evidente è
l'impennata del costo del petrolio e dei guadagni delle aziende che lo commercializzano.
Per il resto assistiamo ogni giorno a un bagno di sangue, mentre la diplomazia
americana cerca la benevolenza dell'Iran per rimediare in parte al disastro
provocato. In Afghanistan il presidente Karzai, soprannominato il "sindaco
di Kabul" perché controlla a malapena la capitale, accusa il vicino
Pakistan di collusione con al Qaeda e i talebani, che intanto in Pakistan hanno
dichiarato un emirato indipendente nel Waziristan e respinto l'esercito pachistano
mandato a riprendere il controllo delle province ribelli. La pace è sempre più lontana e anche il tentativo di distrarre
le opinioni pubbliche montando un altro caso assurdo prendendo a pretesto il
programma nucleare iraniano si è infranto sull'opposizione russa prima
ancora che si pronunciassero i cinesi. Nel frattempo anche Israele si prende
gioco della comunità internazionale e degli stessi americani, abbandonando
la Road Map e qualsiasi iniziativa di pace per annettersi unilateralmente i
Territori Occupati, mentre accusa Hamas di essere un pericolo per la pace. Sulla
stessa onda denuncia ogni critica europea tacciandola di antisemitismo, quando
ormai il razzismo islamofobico è una realtà, all'affermazione
della quale sta proprio la propaganda diffusa da Washington e Tel Aviv e subito
ripresa dalle loro brutte copie nella peggior destra europea.
Nessuno dei risultati perseguiti a parole da Bush è stato conseguito.
Il terrorismo è tanto fuori controllo che il Dipartimento di Stato ha
rinunciato a pubblicare l'annuale rapporto sulla sua diffusione mondiale. Persino
l'ultradecennale lotta alla droga è clamorosamente collassata: dall'invasione
dell'Afghanistan la produzione di oppio locale è passata da zero al record
di tutti i tempi e ora che il governo avrebbe deciso per l'eradicazione delle
colture le forze internazionali nel paese si sono chiamate fuori, lasciando
l'ingrato compito al "sindaco di Kabul". Che significa aver lasciato
il tutto scritto sull'acqua, mentre nel paese nel quale sarebbe stata portata
la superiore civiltà occidentale occorre fare i salti mortali per sottrarre
alla morte un condannato a morte per apostasia.
L'azione americana non ha portato sicurezza da nessuna parte e non aumenterà
certo la sicurezza mondiale la recente decisione di armare nuclearmente l'India,
sul semplice presupposto che sia un paese "buono".
I guerrieri del Bene hanno speso anche i soldi per i morti di fame, Aids, fame e altre sfortune che mietono le vite dei poveri del mondo come non mai, rendendo ridicoli anche i pomposi quanto modesti obiettivi del Millennium Goal, per il quale i paesi ricchi si erano impegnati a ridurre le morti per povertà in un decennio. Allo stesso modo è defunto il Protocollo di Kyoto sulle emissioni, soffocato nella culla dal rifiuto americano.
Nessuna pace, nessuna democrazia, violenza, droga e proliferazione nucleare in abbondanza, povertà, fame e razzismo dilaganti. Mr. Bush avrà il suo posto nella storia americana, anche se rischia di vincere quello di peggior presidente della storia. La tragedia è che personaggi del genere si siano nominati faro dell'umanità, superata solo dal fatto che abbia trovato altri folli disposti ad assecondarla.