L'arrivo era previsto dopo il 18 aprile 1948. Dovevano occupare piazza San Pietro
e far bere i loro cavalli nelle due fontane del 1600
Erano i tanto temuti
"cosacchi" dell'armata sovietica presentati - dalla Dc di De Gasperi
- come una minaccia per la democrazia e la libertà del nostro Paese.
Allora non arrivarono. Ma oggi - con l'aiuto di Berlusconi, che di De Gasperi
si dice erede - arrivano i nuovi "cosacchi" che questa volta, a suon
di dollari, occupano importanti settori dell'economia italiana.
La notizia è questa: l'11 febbraio a Palazzo Chigi viene firmato un protocollo
d'intesa per la costituzione di una "Newco" destinata all'acquisto
dell'attività della holding italiana Finmek, da parte della società
russa Sistema. L'accordo - riferiscono le agenzie di stampa - prevede
che gli investitori russi e italiani sviluppino un'azione di rilancio industriale
dei complessi aziendali facenti capo alla Finmek (che versano da tempo
in condizioni di crisi) sulla base di un piano industriale predisposto dallo
stesso gruppo Finmek. "Al termine della cerimonia - si legge nel
comunicato stampa ufficiale - il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi,
alla presenza del ministro delle Attività produttive Claudio Scajola
e del sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta, ha ricevuto gli imprenditori
russi e italiani che hanno aderito all'intesa". Tutto ok, quindi. Ma cos?è la Finmek? E una Spa che fa parte del gruppo Fulchir.
E' attiva nella fabbricazione di apparati elettronici per le telecomunicazioni
e da diverso tempo a questa parte naviga in cattivissime acque. La notizia raggiunge
Mosca attraverso il tam-tam degli ambienti finanziari della "nuova Russia"
che hanno in Italia i loro agenti. E così dalla Radio di Mosca apprendiamo
che la società per azioni russa AFK Sistema "ha accettato
di comprare le attività della Holding italiana fallita, Finmek".
Andiamo avanti. E' la stessa radio russa che spiega l'intera operazione. Ricorda,
in primo luogo che "nel maggio del 2004 il tribunale di Padova - dove ha
sede la Finmek - ha riconosciuto il fallimento della società e
ha introdotto l'amministrazione provvisoria. La Holding Finmek è
specializzata nell'assemblaggio di mezzi elettronici. Al Gruppo appartengono
10 centri di ricerche scientifiche e di design. Secondo dati forniti da Manufacturing
Market Inside, la società occupava il sedicesimo posto tra i produttori
a contratto mondiali di mezzi elettronici. Nel 2004 nella corporazione erano
impegnate circa 3000 persone, la maggioranza delle quali correva il rischio
di essere licenziata". Ed ecco, ora, la soluzione made in Russia.
Arriva in Italia il Presidente del Consiglio Direttivo della Società
AFK Sistema Evghenij Grigor'evic Novitsky che firma un accordo (51% delle
azioni) sull'acquisto della corporazione italiana Finmek.
I russi si affacciano così non nelle fontane di piazza San Pietro, ma
direttamente nelle grandi aziende e in settori di primaria ed strategica importanza.
La stessa Radio di Mosca rileva che per la Russia questo è un "nuovo
e importante mercato". E a riprova dell'interesse (con conseguente disponibilità
di dollari
) l'emittente del Cremlino fa notare che "il numero delle
società russe sul mercato italiano è in continuo aumento. Nell'aprile
2005 il Gruppo metallurgico Severstal ha comprato per 430 milioni di
euro il 62 % delle azioni del Gruppo italiano Lucchini, che pure era
sull'orlo del fallimento. Nel maggio - giugno dell'anno scorso la Severstal
ha speso 61 milioni di Euro per l'acquisto - dalle banche creditrici della Lucchini
- dell'altro 7,9% delle azioni di questa società italiana e ha incrementato
il suo pacchetto delle azioni fino al 68,1 %. In proprietà della Lucchini
resterà il 29 % delle azioni dell'impresa".
E ancora: il gruppo russo Evrasholding, una delle maggiori compagnie
metallurgiche della Russia, ha risolto i problemi delle materie prime metallurgiche
e del carbone da coke per la Società italiana Pallini & Bertoli.
Il gruppo Evrasholding, che oltre alle imprese metallurgiche comprende
quelle minerarie, nell'agosto dell'anno scorso ha acquistato il 75 % più
un'azione della Pallini & Bertoli, lasciando il 25 % meno un'azione
ai proprietari precedenti.
Ci sono altre ed importanti novità nel campo della penetrazione di capitali
russi in Italia. L'11 febbraio scorso arriva a Roma il magnate russo Michail
Kusnirovich, un trentanovenne che due anni fa ha comperato i magazzini Gum
sulla Piazza Rossa. Viene ricevuto a colazione, a Palazzo Chigi, da Silvio Berlusconi.
All'incontro ci sono con lui altri sette imprenditori russi "con forti
interessi in Italia, sette magnati dell'industria dell'era Putin" scriverà
poi "La Repubblica".
Ormai è chiaro che la Russia sta entrando in modo eclatante nel campo
della nostra economia. Ma sempre in questo quadro c'é da notare che alla
guida di questi investimenti c'è quel complesso che si chiama Sistema
che è diretto da un certo Vladimir Petrovic Evtushenkov. Costui è
un personaggio chiave del mondo della nuova oligarchia russa ed è particolarmente
legato al potente sindaco di Mosca, Jurij Michajlovic Luskov, considerato il
padre-padrone della capitale ed esponente d'alto bordo della finanza russa.
Ultimo dettaglio: la società Sistema ha grandi appoggi nel mondo
diplomatico russo ed utilizza, per le sue attività all'estero, numerosi
ex ambasciatori dell'Urss, diplomatici che provenivano dalla vecchia nomenklatura
sovietica. E così i cosacchi sono arrivati realmente. Al posto dei cavalli
hanno le limousine di servizio e i loro aerei personali.