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di Alessandro Iacuelli

Mancava appena una settimana al previsto avvio ufficiale del Sistema Informatico di Tracciabilità dei Rifiuti Speciali, ed ecco arrivare l'ennesimo rinvio, sotto le stesse pressioni esterne delle altre volte. La partenza del Sistri è stata rinviata al prossimo primo settembre, l’ha annunciato il ministero dell'Ambiente, dopo una serie di problemi riscontrati in fase di sperimentazione, e le richieste di posticipo da parte delle associazioni di categoria.

Il rinvio, infatti, giunge dopo un accordo raggiunto con Confindustria e Rete Imprese. L'intesa prevede in realtà la partenza scaglionata del sistema, che nelle speranze del governo, e non solo, dovrebbe dare un duro colpo alle ecomafie italiane. La partenza scaglionata funzionerà così: dal primo settembre il Sistri entrerà in vigore per le imprese con oltre 500 dipendenti, per i circa 5.000 impianti di smaltimento e incenerimento e per i circa diecimila trasportatori autorizzati a trasporti annui che superino le 3.000 tonnellate.

Il primo ottobre partiranno invece i produttori di rifiuti con 250-500 dipendenti e "Comuni, enti e imprese che gestiscono i rifiuti urbani della Regione Campania". Il primo dicembre entreranno nel sistema i produttori di rifiuti da 10 a 49 dipendenti e i trasportatori autorizzati a trasportare fino a 3.000 tonnellate l'anno, mentre dal primo gennaio 2012 sarà la volta dei produttori di rifiuti pericolosi fino a 10 dipendenti.

Nei giorni scorsi Confindustria e varie associazioni di categoria avevano chiesto di sospendere l'obbligatorietà del Sistri per "consentire la migliore messa a punto del sistema e della sua interoperabilità con le imprese". Secondo imprenditori, esponenti dell'opposizione ed amministratori locali il "click day" svoltosi l'11 maggio scorso, che doveva essere la prova generale di avvio del Sistri è stato un fallimento, con il blocco del sistema, che non avrebbe retto l'enorme afflusso di accessi per il caricamento dei dati relativo alla produzione e al trasporto dei rifiuti speciali.

Per il ministero dell'Ambiente, invece, la prova era stata un successo, con 21.000 operazioni da parte di 65.000 imprese, mentre i problemi avrebbero riguardato solo il 3% degli utenti. Letture opposte dei risultati del test, quindi, e alla fine del tira e molla è stato ancora il governo a cedere, come da un anno e mezzo a questa parte, al mondo imprenditoriale, che di farsi controllare la gestione dei propri rifiuti speciali non ne vuole proprio sapere.

Eppure il sistema funziona in modo abbastanza semplice. L'azienda che produce rifiuti speciali, quasi l'80% del totale dei rifiuti prodotti in Italia, inserisce in rete i dati sul tipo e la quantità di rifiuti da smaltire. La società di trasporto prescelta indica i mezzi utilizzati, le generalità degli autisti e il percorso. Le aziende di stoccaggio e smaltimento infine forniscono i dati relativi ai materiali ricevuti.

Tutte le informazioni viaggiano poi su una speciale chiavetta Usb per computer e Gps montate sui camion adibiti al trasporto. Tutte le operazioni e i trasporti vengono monitorati costantemente da una "sala controllo" e dai carabinieri, anche se presto i dati saranno disponibili per tutte le forze di polizia.

Lo scopo è duplice: mandare in pensione per sempre il sistema dei MUD, documentazione cartacea che fino ad oggi è stata spesso contraffatta e che permette di "evadere" facilmente sulle quantità di rifiuti, e tenere sotto controllo i flussi di rifiuti speciali, di cui ogni anno in Italia spariscono più di una decina di milioni di tonnellate.

In oltre 600 discariche sono già state installate telecamere per controllare i camion in entrata, e il ministero conta di utilizzare anche dei piccoli droni, velivoli quadrielica che possono girare video 3D, per rafforzare i controlli. Il sistema, poi, segnala automaticamente ogni sosta particolare o deviazione dal percorso dei camion che trasportano rifiuti.

Secondo l'ultimo rapporto di Legambiente sulle ecomafie, in Italia il giro d'affari legato alla gestione criminale dell'ambiente è di circa 20 miliardi di euro. Nel 2009, dice il rapporto, sono cresciute di oltre il 33%, a 5.217, le infrazioni accertate relative allo smaltimento dei rifiuti. All'aprile 2010, poi erano 151 le inchieste in corso su traffici illeciti di rifiuti, coinvolgendo oltre 600 inchieste. Il Sistri, se e quando funzionerà, potrebbe essere un ottimo strumento di contrasto.

Nonostante fosse atteso dal primo gennaio del 2010, arriva ora l'ennesimo rinvio. L'accordo, si legge in una nota del ministero dell'ambiente, "recepisce le esigenze evidenziate nelle ultime settimane dagli operatori del settore ribadendo il valore del Sistri quale importante strumento di legalità e trasparenza nel delicato campo dei rifiuti". "Abbiamo cercato e trovato una soluzione condivisa", afferma il Ministro Stefania Prestigiacomo, "nel comune intento di mettere in campo un sistema capace di coniugare trasparenza, semplificazione amministrativa, tutela della legalità. Un sistema che è stato pensato per agevolare il lavoro delle imprese non certo per complicarlo. Credo che la rimodulazione in chiave di progressività dell'entrata in vigore del Sistri sarà utile a collaudare al meglio il sistema e aiuterà le aziende a prendere confidenza con le nuove procedure elettroniche".

Applaudono al rinvio Confindustria, in prima fila, ma anche Confartigianato, secondo cui "Il risultato dei test del Click day è stato un forte impulso per l’importante accordo raggiunto con il ministero dell’Ambiente, che rimodula l’entrata in funzione del Sistri. Siamo soddisfatti di questo provvedimento, diversamente le difficoltà per le piccole imprese artigiane del nostro territorio sarebbero state pesanti", dichiara Luca Falco, membro di giunta di Confartigianato Liguria.

Le criticità riscontrate dalle imprese riguardo al Sistri, già in fase di avvio, erano: il ritardo nella distribuzione delle apparecchiature informatiche (chiavette Usb e scatola nera per i trasportatori), l'adeguamento tecnologico interno alle imprese, anche quelle più piccole; le performance tecniche del sistema, la formazione degli operatori interni ed esterni alle imprese.

Il ministro per l'Ambiente ha già firmato il Decreto ministeriale per il rinvio, al primo settembre, dell'avvio del sistema Sistri per la tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi. E in fretta e furia è anche stato già inserito in Gazzetta Ufficiale. Per evitare invece che entrino in vigore le sanzioni previste per la mancata applicazione delle nuove norme, ha chiarito il ministro Prestigiacomo, "è tuttavia necessario un provvedimento legislativo. Sanzioni", puntualizza, "che comunque le imprese dovranno rispettare quando il Sistri entrerà in vigore.

Già, perché l'accordo prevede procedure di salvaguardia in caso di rallentamenti del sistema ed una attenuazione delle sanzioni nella prima fase della sua operatività. Probabilmente, ancora una volta, chi vive e si arricchisce di ecomafia, ringrazia sentitamente.